giovedì 6 luglio 2017

Il Destino è già scritto?


Quest'oggi parliamo di cinema. Parliamo di un film secondo me passato molto in sordina, ma decisamente valido.

Vi darò le mie impressioni su 2:22 Il destino è già scritto, coproduzione Americana e Australiana del 2017 diretto da Paul Currie.

Questa volta dovrò muovermi con molta cautela nel darvi le mie impressioni, cadere nello spoiler è un attimo.

La storia racconta alcuni giorni della vita di Dylan Branson (Michiel Huisman)



un controllore del traffico aereo di New York, che svolge il suo difficile lavoro "trovando ordine nel caos".

Nel corso delle sue giornate inizia ad accorgersi che alcuni eventi sono sistematici e ripetitivi, in particolar modo alle 2:22 del pomeriggio quando, per una distrazione, rischia di far scontrare due aerei.




Il ragazzo quindi viene sospeso ma, durante uno spettacolo, incontra Sarah (Teresa Palmer)



una dei 900 passeggeri che hanno rischiato di morire per la distrazione di Dylan.

I due iniziano a frequentarsi e nasce una inaspettata alchimia. Però gli schemi ricorrenti e gli eventi continuano a ripetersi incessantemente tutti i giorni alle stesse ore.

Dylan quindi inizia ad indagare per dare un senso allo schema.

Fermiamoci qua, bene o male è quello che vedete nel trailer.

E' innegabile, questo trailer mi ha conquistato da subito. Adoro film su questioni di tempo, coincidenze e mistero, li adoro, anche se poi spesso me ne pento. Questa volta non è così.




Questo film è ben realizzato. Ma andiamo con ordine.

Nella prima mezz'ora viene presentata con calma la base della storia. Nello specifico c'è un punto, nelle prime scene, che ne sarà il vero cardine.

Il film prosegue con il giusto ritmo, portando avanti la trama, tenendo alta la curiosità dello spettatore nel dare un significato allo schema ricorrente, ma senza mai annoiarlo.




Vedetela così, 2:22 è un grande puzzle. Ogni minuto trascorso ne è un frammento che, a poco a poco, ricostruisce tutta la vicenda portando lo spettatore alla rivelazione di cui si va in cerca fin dall'inizio.

Una cosa che ho apprezzato tantissimo è coinvolgere lo spettatore a risolvere con Dylan il perché degli schemi ricorrenti. 




Dylan è semplicemente uno spettatore attivo, l'unica differenza con lo spettatore in sala è che lui annota ciò che lo circonda. Sappiamo esattamente ciò che sa lui, ne più ne meno, quindi, teoricamente abbiamo la possibilità di dare delle deduzioni su ciò che gli accade.

Devo essere sincero, la storia d'amore che nasce tra Dylan e Sarah, in qualche modo, mi ha ricordato un altro film che ho adorato, ovvero I Guardiani del Destino.



Se ci pensate anche la storia tra David Norris (Matt Damon) 



e Elise Sellas (Emily Blunt) 


era una storia di destini incrociati praticamente casuali.

Sia ben inteso che i due film non c'entrano assolutamente niente l'uno con l'altro però in qualche modo alcune dinamiche sono comuni.



Ma torniamo a 2:22. Un fattore fondamentale della buona, secondo me, realizzazione del film, è il finale.

Non raccontiamoci stronzate. Nove volte su dieci un film che parte bene finisce in maniera sbagliata o confusionaria.

Qui tutti i nodi vengono al pettine e tutto viene spiegato in maniera chiara e concisa.

Come finisce il film? beh se vi ho incuriositi potete recuperarlo, io lo consiglio.

Onestamente non mi sento di aggiungere altri dettagli perchè come, già detto, cadere nello spoiler è un attimo e questo film merita di essere visto praticamente a scatola chiusa.

See you next




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